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L'emergenza da Covid-19 ha reso evidente una verità: per parlare di Sicurezza occorre abbattere gli steccati disciplinari, o, meglio, occorre chiamare in causa il ventaglio dei saperi accademici e delle competenze specialistiche che sono in grado di scandagliarne le molteplici sfaccettature e implicazioni. Tale emergenza ha reso altrettanto evidente che di Sicurezza si può parlare da due prospettive alternative: da una prospettiva culturale (linguaggi e simboli) e di policy (scelte normative) securitarie, nutrite da un'ideologia reazionaria, da idee e prassi regressive; e da una prospettiva democratica che prova a sottrarre questo tema sia alle semplificazioni del dibattito pubblico sia alla sua declinazione in senso securitario appunto, restituendo, pertanto, centralità al tema/valore della Sicurezza nel suo intreccio con la trama dei diritti fondamentali degli ordinamenti costituzionali democratici. Chi ha contribuito a questo volume ha scelto da che parte stare.